
Laboratorio di scrittura creativa sulla favola
Durante le ore di laboratorio di scrittura creativa abbiamo realizzato al termine di una UDA sulla Favola dei libri pop-up. I libri pop up, sono quei libri tridimensionali che potremmo definire anche animati, sono pubblicazioni molto amate dai bambini e che richiedono una maggiore interazione da parte loro. Disegni animati che fuoriescono dal libro e rendono ancora più avvincente l’avventura o lo scenario presentato.
Abbiamo imparato che i libri si chiamano pop up (dall’inglese letteralmente «apparire») solo dal 1932, data della pubblicazione del primo Pinocchio in questa veste; prima di allora – almeno qui da noi – erano conosciuti come libri animati o libri tridimensionali. Si tratta di manufatti librai la cui origine risale addirittura al Medioevo per finalità divinatorie, ma che si diffondono e hanno successo come strumenti didattici, per l’esercizio della memoria o solo come oggetto ludico per bambini, a partire dalla seconda metà del 1800, in quanto riproducevano i giochi di luce delle scatole prospettiche molto in voga a quei tempi. Prima però, addirittura Cartesio pare fosse un cultore dei libri pop up, con i quali riproduceva nella pratica i modelli teorici che aiutavano i suoi studi di geometria, matematica e fisica. Uno strumento per materie serissime, insomma, cioè una funzione ben lontana da quella che questi libri hanno oggi, un’epoca in cui li troviamo in libreria, coloratissimi e divertenti, relegati pressoché ovunque agli scaffali per i bambini e, in effetti, destinati dal mercato di massa alle loro implacabili mani.
Eppure la magia che accompagna i libri pop up, con le loro infinite sorprese, le loro continue suggestioni che incantano a ogni pagina e fanno liberare la fantasia, il loro potere quasi magico di lasciare spazio all’immaginazione oltre i confini delineati della narrazione, sono ben note a tutti e tutti ne subiamo, inevitabilmente, il fascino, anche da grandi, ma nonostante ciò, quella dei libri pop up per adulti resta una nicchia per cultori e appassionati di beni di lusso.
La tecnica di confezionamento dei primi libri pop up, inoltre, richiamava molto l’arte orientale degli origami, gli animaletti in carta tanto cari ai giapponesi; in seguito si è evoluta e alle classiche figure che – appunto – appaiono all’improvviso sembrando quasi saltare fuori dal libro, sono stati aggiunti elementi semovibili che consentono al fruitore un maggiore grado di interattività: tirando o spingendo linguette di carta, ad esempio, appaiono e scompaiono determinate figure che seguono il ritmo della narrazione.
Tra i maggiori autori di libri pop up che si ricordano, c’è naturalmente Vojtêch Kubata, che nel diciannovesimo secolo era famoso per fondere nelle sue creazioni illustrazioni e costruzioni cartotecniche semplici, ma si cimentò in queste realizzazioni anche l’illustratore tedesco Lothar Meggerdorfer, ricordato per essere uno dei primi cartonisti, cioè i disegnatori di cartoni animati. In Germania e in Inghilterra, in questo secolo, si formarono dunque le due principali scuole di illustratori dediti a tale tecnica. .
È interessante osservare, però, che i libri pop up hanno poi invaso il mondo: non sono rimasti, cioè, un prodotto esclusivamente europeo o occidentale: tra gli esemplari di pregio esposti alla mostra ce n’erano provenienti da Cile, Sudafrica, Giappone, Israele e Iran, ognuno con la sua sensibilità culturale e portatore delle istanze della propria civiltà, che si mescola, poi, con le altre, come sempre (e purtroppo solo) accade nell’arte, quella vera che fa più bello il mondo.
A parte quello che abbiamo imparato è stato molto divertente realizzarli partendo da alcune delle favole lette e analizzate.
Classe 1 sez.A